I libri in grado di aprirvi gli occhi sull’editoria moderna.
Gennaio è stato un mese di letture formative per me. Ho terminato da poco Come finisce il libro, di Gazoia, edito minimum fax.
Premetto che si tratta di un testo del 2014, quindi non troppo recente e pertanto con le dovute limitazioni. Nonostante ciò, ho scoperto un saggio attualissimo, molto godibile per stile di scrittura e semplicità di linguaggio, e allo stesso tempo di grande interesse. Alcuni meccanismi (la maggior parte) vi potranno sembrare già noti, ma il libro nasconde delle piccole chicche, citazioni e considerazioni che da sole valgono il prezzo di copertina.
Ho trovato particolarmente interessante (e innovativa) l’ultima parte dedicata al fanservice (alle fanfiction e alle opere derivate, all’immaginario collettivo e alla proprietà trasformativa e mutabile di opere e personaggi). Lo consiglio sopratutto a chi non ha ancora idea del funzionamento del mercato editoriale (cartaceo e digitale), a chi ancora non sa “come” e “perché” vengano scelte determinate opere, in base alla commerciabilità e/o al valore letterario.
Un libro che apre gli occhi ai meno informati e regala interessanti spunti ai più navigati.
Il neofita dovrà mandare giù parecchi bocconi amari durante la lettura. L’editoria è a tutti gli effetti un mercato, e quindi si basa sui precetti economici di domanda-offerta prima che su quelli etici.
P.S.: Nel saggio trova ampio spazio la trattazione dell’azienda Amazon: il modus operandi, i “trucchi” (psicologici ed economici) utilizzati per imporsi sui concorrenti, il peso che ha il pacchetto Amazon sul mondo dell’editoria.
Illuminante.
Altro libro dedicato al mercato editoriale, ma dal format differente, è Il generatore di storie di Vasset, sempre edito minimum fax.
In questo caso non si tratta di un saggio ma di un romanzo breve.
L’idea di partenza è uno spunto di riflessione attuale (nonostante si tratti di un libro del 2006) sul sovraffollamento dell’editoria moderna.
Ironico, cinico, lo stile asciutto e manualistico si adatta alle pagine del libretto d’istruzioni dello scriptgenerator (strumento automatico per la generazione di plot per romanzi, serie tv, sceneggiature di film ecc. che è l’elemento attorno a cui ruota l’intera trama), ma risulta artefatto e di difficile lettura nei capitoli narrativi.
Volutamente altisonante e contorto, con labili connessioni logiche e di trama fra un capitolo e l’altro, il romanzo vuole essere una denuncia palese di quello stesso meccanismo di automazione di cui tratta.
Però, in conclusione, resta un libro destinato a essere discusso più che a essere letto.
Entrambi questi volumi offrono al lettore un punto di vista smaliziato, che da una certa prospettiva potrebbe sembrare pessimista. Si tratta a mio parere di realismo, di concretezza.
Se il mercato editoriale è quello attuale, se in classifica abbiamo (anche) libri scritti male o con lo spessore morale di un foglio di carta igienica, è perché questo è ciò che la società cerca.
Purtroppo (ma in alcuni casi anche per fortuna), abbiamo i best seller che ci meritiamo.
Per altre recensioni, leggete QUI.
Per altre informazioni sul mondo editoriale, leggete QUI.
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